Ha portato a Roma un titolo che mancava da 60 anni. Mentre le squadre del Nord Italia (ora Draghistan) vincevano di tutto, la Roma riusciva solo a perdere in casa contro il Liverpool una finale che avrebbe coronato la grande impresa costruita dall'Ing. Dino Viola. Un grande uomo e un grandissimo presidente.
Seguì un periodo di buio dopo la sua dipartita. Arrivano poi Sensi e Mezzaroma ,soprattutto Sensi, un altro grandissimo uomo (non di statura) e soprattutto un inarrivabile presidente. Liquidato il socio, cominciò a gestire da solo la Roma ,veramente contro tutti, a partire dal cosiddetto palazzo del calcio, e riportò lo scudetto a Roma scucendolo dalle maglie dei cuginetti sbiaditi. L'ha sconfitto solo la vecchiaia, poi il buio è tornato con questi americani in cerca di guadagni, e non ci sarebbe niente di male, che purtroppo non capiscono nulla di calcio.
La mia teoria, lo sapete, è che la Roma sia gestita e non di proprietà dei gruppi di potere e di finanza, ma non posso dimostrarvelo e quindi chi se ne strafrega. Resta il fatto che nelle gestione Friedkin è arrivato a Roma il generale Mourinho che ha condotto alla vittoria le sue truppe calcistiche durante la Conference League e ha subito un furto sportivo l'anno dopo, perdendo contro Taylor e contro il Siviglia la Europa League.
Un generale calcistico che come pochi ci rappresentò tutti con la rabbia del tifoso puro e duro. Una eventuale, nuova, proprietà, dovrebbe togliere il generalissimo dal suo esilio in terra ottomana e riportarlo qui a Roma: Dalla Seconda alla Prima Roma insomma dato che nel mondo ci sono tre città con il nome di Roma: la nostra, Bisanzio, ora detta Istanbul. e Mosca. Erano, e sono, un argine contro la barbarie, sancito dalla storia e dal destino. Quindi, se la Roma deve passare di mano, che si richiami subito Mourinho e si forniscano a quest'ultimo i giocatori che chiede, invece di portargli scartine e ragazzini immaturi.
L'uomo giusto per festeggiare il Centenario giallorosso con lo scudetto, dopo una vita dall'ultimo vinto proprio con Franco Sensi e con Fabio Capello. Josè, hai un appuntamento con la storia, noi ti aspettiamo.