martedì 31 dicembre 2019

Friedkin: venuto per vincere

La Roma è del Gruppo Friedkin. La gestirà uno dei figli del magnate. Ottocento milioni spesi in un colpo significano grandi progetti e ambizioni a non finire. Realizzarle è un altro argomento. Come Pallotta ha fallito soprattutto nella mancanza di esperienza e fidandosi di consiglieri poco attendibili, il nuovo proprietario non deve assolutamente ignorare che questa città è nata per vincere non per partecipare. 

Proprio la somma dimostra che questo brand deve crescere e vincere. Non si recupera una cifra simile se ci si limita a partecipare. Capitolo stadio. Stavolta si farà sul serio. Se il Comune di Roma non si dimostrerà realmente interessato, la struttura si farà altrove. Per il mercato, attualmente sono bloccate le cessioni. L'allenatore, se riuscirà a far qualificare la squadra per la Champions, resterà.
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domenica 29 dicembre 2019

Sta per finire l'Era Pallotta

Ormai è quasi fatta: la Roma può cambiare proprietà con la trattativa in fase avanzatissima. Purtroppo, ancora un gruppo estero, guidato da Dan Friedkin. 

Pare che lo scambio si possa fare intorno ai 780 milioni di euro. Ovviamente la questione-stadio, centrale, non è ancora sbloccata e quindi non se ne fa cenno nella trattativa. Un'altra conferma che lo stadio non sarà proprietà della Roma. 

Si spiega anche in questo modo lo stallo quasi completo sul mercato. Futuro quanto mai dubbio, dunque, sulla squadra della Capitale. Particolarmente serie le posizioni di Smalling, Florenzi e altri prestiti minori come Mkhitaryan.

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lunedì 23 dicembre 2019

Roma immobile sul mercato

Con il placet di Fonseca ("E' difficile rinforzare la Roma..."), Petrachi non si muoverà sul mercato invernale. Forse, qualche cessione (si parla dell'addio di Pastore e, forse, di Florenzi o Kalinic). 

Ma Fonseca dimentica, forse perché è appena arrivato nella Capitale, che la nostra, buona squadra, non vince nulla da anni. Roma è diventata spettatore delel vittorie altrui: non solo l'inarrivabile Juventus, non solo le squadre europee che dominano la Champions, ma anche la Lazio di Lotito, proletaria quanto volete, ma che nel 2019 ha vinto Coppa Italia e Supercoppa. 

Pallotta, vendendo sempre i migliori per esigenze di bilancio, ha trasformato la Roma e si suoi tifosi in spettatori delle vittorie altrui, abituandoci, semplicemente, a guardare gli altri vincere. Partecipare non basta, almeno alla Roma. E sapete chi si cita, per l'indispensabile ricambio di Djeko? Mariano Diaz, uno che al Real Madrid conta una sola presenza, in panchina, nel 2019. La Roma sta giocando bene, ma senza rinforzi, senza mercato, non potrà competere per la vittoria in campionato e perla vittoria in Europa League e continuerà a guardare gli altri vincere.

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sabato 21 dicembre 2019

La Roma si riscopre bella e inguaia Montella.

La partita di ieri al Franchi ha sancito che la Roma è in perfetta forma e punta soprattutto sui suoi giovani migliori (le prove di Pellegrini, Mancini e Zaniolo sono da incorniciare) mentre Montella (due punti nelle ultime 5) rischia la panchina. 

Inizialmente soprattutto Vlahovic ha spaventato non poco i romanisti ma i gol di Djeko e Kolarov su perfetta punizione dal limite, hanno messo a sedere i viola che cercavano di rientrare in partita con un rimpallo trasformato in rete di Badelj al 34'. Poco per il gioco brioso e fantasioso di un Pellegrini in forma mondiale, che segnava lui stesso il terzo gol al 73' chiudendo vitualmente il match. Di Zaniolo, la quarta rete, all'88'. 

Una Roma praticamente perfetta ha passeggiato sui resti della Fiorentina, apparsa in affanno in difesa e senza gioco in avanti. Per la Roma, tenere il passo della Lazio significa qualificazione Champions che si avvicina, anche se la squadra ora che può contare sui rientri di troppi giocatori infortunati, ha problemi di abbondanza. Serve però la punta giovane dietro Djeko, e non dovrebbe esser tanto difficile procurarsela a gennaio. Per il resto, la conferma di Smalling è l'altro imperativo urgente.


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domenica 15 dicembre 2019

Fonseca ritrova la sua Roma

La Spal di Semplici arriva all'Olimpico con la disperazione dell'ultimo posto in classifica e molte riserve in campo, ma non si vede nel primo tempo. Complice una disattenzione fatale di Kolarov, su rigore va in gol verso il finale. Nella ripresa, la Roma scaccia i fantasmi con una rabbia che non si vedeva da qualche incontro. 

Il 3-1 finale si deve a una differenza enorme sul piano tecnico,  e a una grandissima prova di Pellegrini e Djeko. Il terzo posto è a un punto, in attesa del risultato che vede Cagliari e Lazio impegnate stasera. Certo che il gioco latita, non ce lo nascondiamo. La coraggiosa Spal è stata battuta grazie ai giocatori che possiamo sfruttare e alle loro assenze. Ma non esiste ancorala necessaria velocità di esecuzione e nelle ripartenze dalla difesa. Non esiste ancora una punta veloce che possa supportare Djeko o sostituirlo. E non abbiamo un regista a tutto campo. Forse, Diawara potrà diventarlo, con il tempo, e se si abbandona un modulo, il 4-2-3-1, che vuole svolgere il gioco offensivo prevalentemente sulle corsie esterne. 

In caso contrario, l'interesse che la Roma sta dimostrando su Petagna (suo il momentaneo vantaggio della Spal su rigore) ha un senso. Un giocatore non determinante, ma promettente, di venticinque anni ma che deve controllare il peso; da segnalare che potrebbe essere allettante la situazione di Cutrone, ceduto per 18 milioni al Wolverhampton (finora solo due reti in undici partite).
La Roma per ora ha sistemato solo la difesa, sempre che si possa tenere Smalling... E certamente giocatori come Vlahovic sembrano davvero fuori portata.

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sabato 7 dicembre 2019

Conte sbatte sul muro Roma

Stavolta Fonseca ha dimostrato che, talvolta, le scelte non sono così meditate e fatali. Qaundo lo stesso conte rifiutò la proposta di Totti per venire a Roma, molti pensarono che il tecnico portoghese fosse un ripiego. Ma ieri, a Milano, non è sembrato così. La Roma, piena di infortuni e assenze, ha figurato molto meglio di un'Inter a tratti disperatamente protesa in avanti, dove la coppia Lautaro-Lukaku è apparsa impotente di fronte al muro romanista. 

Non neghiamo che la Roma ha giocato soprattutto in difesa, rinunciando al concetto di ala, nel suo schieramento offensivo, perché Perotti e Mkhitaryan avevano il solo compito di fornire sponda e alleggerire il fronte difensivo. Specie Perotti, ha svolto questo compito con grande classe, finché non è uscito, stanchissimo, a favore di Djeko, ancora non al meglio. E in effetti ,così come la coppia Smalling-Mancini è stata un muro invalicabile, anche l'attacco romanista ha cozzato contro l'arcigna difesa interista.  

Zaniolo non è apparso al meglio, così come Pellegrini e Veretout. Magnifico invece l'apporto di Diawara, che ha strappato molti palloni risultando il più preciso nel passaggio. Alla fine, ringraziamo Mirante per un paio di interventi miracolosi. La roma ha dimostrato personalità e peso specifico, una formazione che sa attaccare ma anche chiudersi se serve. Insieme al punto esterno, è questo il complimento migliore che si possa fare ai nostri per la partita di ieri.

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Napoli - Roma 2-2

  4-3-3 di entrambe le formazioni a Napoli. DDR sceglie N'Dicka e Mancini coppia centrale difensiva e il rientro di Kristiansen a destra...