La Roma di questi tempi avrebbe bisogno di soci che portino soldi freschi nelle casse romaniste oppure di sponsor che riescano a garantire l'afflusso di risorse aggiuntive. I Friedkin continuano a non comunicare direttamente con i tifosi ma non chiariscono neppure alla stampa le loro intenzioni.
Questo accade per due ragioni ben distinte; da una parte temono le comunicazioni con un mondo che non comprendono a sufficienza, dall'altra, per loro, evidentemente, ed è un mio pensiero, la Roma è solo un'altra forma di investimento. Questa forma di investimento non può prescindere dalla costruzione dello stadio e la proprietà attuale è fortemente convinta che senza una certa adesione alle regole del calcio attuale ciò non sia possibile.
Ecco per quale motivo la Roma non ha mai spalleggiato Mourinho nelle sue crociate contro un sistema poco meritocratico e che invece pare premiare con costanza le solite società privilegiate già di per sé dal favore del tifo: Juve , Milan e Inter. Con l'aggiunta della Lazio che, politicamente, cerca di sopravvivere a certi livelli. Segue il Napoli che, data la grande intelligenza di De Laurentiis, chiaramente cerca di equilibrare un certo sfavore diciamo logistico con Milano e Torino. In tale quadro, la Roma dei Friedkin appare come la quinta o sesta potenza. I proprietari della Roma hanno dimostrato nei fatti di cercare di entrare nelle grazie di un sistema calcistico che comunque mal digerisce la presenza romanista nella stanza dei bottoni.
Ora, si deve pensare all'esempio della Premier in Gran Bretagna. La rivoluzione delle società che intendevano costituire uno dei sistemi calcistici vincenti è riuscita grazie alla predilezione da parte dei club maggiormente ricchi e importanti. Gli altri hanno seguito la rivoluzione di questi ultimi grazie alla pioggia di soldi intervenuta per mano di sponsor e televisioni. Da noi un fenomeno simile è quello della Superlega che questo blog ha seguito tra i primi. Infatti è evidente che prima o poi il vecchio sistema calcistico oggi rappresentato dalla UEFA si dovrà fermare e inchinare al nuovo. È soltanto questione di tempo. Ma in questo momento,. come deve muoversi una Roma che pur seguendo le regole imposte dal vecchio regime deve comunque cercare di finire almeno quarta in classifica nell'attuale stagione? Non può utilizzare, nelle nuove acquisizioni di calciatori, più di due milioni di euro.
Quindi l'equazione da dover considerare è la seguente: come si dovrà comportare la Roma sul mercato dato che ha la necessità di rinforzarsi senza poter spendere?
Mourinho ha già promesso la sua permanenza anche con un organico fatto di giovani e questo è il primo indizio da dover considerare. Pinto, anche lui con un contratto in scadenza, deve poter dimostrare che sa portare giovani che non presentino costi di acquisizione e ingaggio tali da aggravare un bilancio già in bilico. Non a caso la venuta di Bonucci, 37enne che non costa poco, è stata per ora scongiurata. Tra l'altro un profilo non gradito alla tifoseria che ha fatto bene a manifestare la propria contrarietà tramite i social.
Quindi, arriveranno giovani che probabilmente sono finiti ai margini delle società attuali ma che possano costituire una garanzia tecnica e atletica. Servono un paio di buoni difensori centrali e un centrocampista di sostanza.
Vedremo adesso la vera abilità di Pinto in un ruolo davvero ingrato: quello del direttore sportivo efficiente all'interno di una società che deve perseguire la decrescita felice senza scadere nella mediocrità di risultati e di affetto del pubblico.