La Roma è ancora ferma sul mercato, cessioni a parte. Girano voci su decine di nomi seguiti da Massara ma la solfa è sempre la stessa: senza una cessione eccellente, non si raggiungono i parametri UEFA entro giugno e quindi crolla il calcio italiano per colpa nostra.
Ormai la cantilena la sappiamo a memoria. Se non si vuole o non si può spendere, non ho mai capito a cosa servono le gestioni danarose (tutti dicono che i Friedkin siano pieni di soldi) se poi non possono spendere. Le società devono essere virtuose per forza. Come dire a una famiglia che sarebbe nella necessità di chiedere un mutuo per la prima casa che non può spendere perché i soldi non li ha. Sarebbe una famiglia certamente virtuosa ma abiterebbe sotto i ponti. Quindi, con gli stessi parametri, così come le istituzioni pubbliche hanno la palla al piede dei bilanci e non spendono per il cosiddetto welfare, o stato sociale, così le società private non possono indebitarsi più di tanto.
Il debito non è povertà, forse la povertà arriva se non si ha più capacità di investire, ma vaglielo a spiegare ai cervelloni della UEFA. L'Italia - Draghistan ha un debito pubblico da record assoluto ma non siamo sprofondati in mare e riusciamo, con le dovute eccezioni, a mangiare ogni giorno.
Gli italiani hanno il record delle abitazioni di proprietà ma tutte queste, o quasi, un tempo erano debiti da saldare con le banche. Se non fossero stati accesi questi mutui, la maggior parte delle persone vivrebbe in tenda. Qualunque economia non si ferma per i debiti privati o pubblici che siano ma si ferma se non circolano denari. Lo so che specie di questi tempi, questi sono discorsi inutili. Sta di fatto che il buon Gasp ha una rosa che non corre, anzi è piuttosto lenta. Ricreare lo stesso gioco che faceva nell'Atalanta sarà un problema. Lo stesso problema che ho denunciato su questo blog quando si è scelto il nuovo tecnico. Ci vuole tempo per rifondare la Roma e ci vogliono soldi. Questa equazione per ora non trova soluzione.
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