Grande emozione, ieri sera, in occasione dei festeggiamenti per l'ultima da tecnico di Ranieri nella sua Roma. Il Mister è stato doverosamente salutato dal suo popolo di tifosi riconoscenti. Ed io, con loro e tra loro, ma da casa.
Ho dieci anni meno del Mister, abbastanza per non poter frequentare lo stadio ed ora anche abbastanza per non nutrire maggiormente una televisione che diffonde, talvolta, messaggi a me sgraditi.
Il calcio si conferma un circo in questo paese e lo dimostra anche quest'anno con la gestione di altri problemi ma io ho scelto di occuparmi di Roma e questo faccio. Ieri sera, la Roma ha dominato un Milan che ha molti giocatori ma non più un tecnico e comunque alcuni di loro partiranno.
Se la rosa del Milan meritava altro risultati, quella della Roma ha invece reso al massimo e anche oltre. Questo, il miracolo più incredibile di Ranieri: ha trasformato una specie di Armata Brancaleone in una formazione che ha un gioco e delle prospettive. Questo deve fare un tecnico. Ma ora cosa accadrà? Perché la Roma deve cambiare tecnico e molto probabilmente cederà molti giocatori per acquistarne due o tre.
Quel che conta è che nonostante la grande impresa di Ranieri e quindi nonostante aver giocato per 19 volte senza perdere prima della sconfitta di Bergamo, la Roma non ha conseguito alcuna certezza di partecipazione alle coppe europee. Infatti, guardando la classifica, la Roma è quinta con 66 punti e se il campionato fosse finito ieri, parteciperebbe all' Europa League. Manca una giornata e quindi la trasferta di Torino da vincere per i seguenti motivi:
La Juventus va a trovare un Venezia disperato che solo con la vittoria resterebbe in Serie A. La Lazio riceve il Lecce che per gli stessi motivi dovrebbe provare a vincere. Ma la Lazio ha un punto in meno della Roma e farà lo stesso per centrare l'Europa League. Più che altro, la Roma centra la Champions o conferma l' Europa League solo vincendo e sperando che la Juventus non vinca a Venezia. Quindi, per la Roma serve un'altra vittoria contro il Torino e anche questa partita non sarà facile.
Questa situazione dimostra in modo incontrovertibile che la dimensione della Roma è fortemente carente o perlomeno non è migliore di quella che riguarda la Fiorentina, il Bologna, la Lazio e la stessa Juventus. In questo modo si deve valutare il nostro organico, comunque benedetto ed esaltato dalla sapienza di un tecnico che avremo come dirigente il prossimo anno.
La partecipazione alle coppe europee maggiori, quindi Champions ed Europa League, serve soprattutto come incentivo finanziario e quindi è obbligatoria per una squadra che voglia rimanere ai vertici del calcio nazionale. Ma la vittoria di Torino servirà appunto solo a confermare l'Europa League. Per andare in Champions bisogna sperare nel miracolo del Venezia contro la Juventus. E questo non è da Roma e non può esserlo mai. Quel che conta per una persona come per un club non è quel che sei ma quel che potresti essere o diventare. Roma non crescerà mai con questa gestione, con questi paradigmi e con questi limiti strutturali. E, purtroppo, è lontana dal tornare a essere il primo contendente per lo scudetto, troppo lontana. Non siamo all'altezza neppure della nostra memoria recente.
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