Regola 14 - Calcio di rigore. Viene assegnato se un calciatore commette una delle infrazioni punibili con un calcio di punizione diretto all'interno della propria area di rigore o fuori dal terreno di gioco, secondo quanto previsto nelle regole 12 e 13.
Segue, testuale, la definizione di un calcio di punizione diretto. Sotto l'immagine del fallo subito da Konè a opera di Pasalic in area. Da considerare anche che il romanista era in vantaggio sul pallone.
Calcio di punizione diretto
Un calcio di punizione diretto è assegnato se un calciatore commette una delle seguenti infrazioni contro un avversario in un modo considerato dall’arbitro
negligente, imprudente o con vigoria sproporzionata:
- caricare
- saltare addosso
- dare o tentare di dare un calcio
- spingere
- colpire o tentare di colpire (compreso con la testa)
- effettuare un tackle o un contrasto
- sgambettare o tentare di sgambettare
Se un’infrazione comporta un contatto è punita con un calcio di punizione diretto o di rigore.
- “Negligenza” significa che il calciatore mostra una mancanza di attenzione o considerazione nell’effettuare un contrasto o che agisce senza precauzione. Non è
necessario alcun provvedimento disciplinare. - “Imprudenza” significa che il calciatore agisce con noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario e per questo deve essere ammonito.
- Con “vigoria sproporzionata” si intende che il calciatore eccede nell’uso della forza necessaria e mette in pericolo l’incolumità di un avversario e per questo
deve essere espulso.
Un calcio di punizione diretto è parimenti assegnato se un calciatore commette una delle seguenti infrazioni:
- un fallo di mano (ad eccezione del portiere nella propria area di rigore)
- trattiene un avversario
- ostacola un avversario venendo a contatto con lui
- morde o sputa a qualcuno
- lancia un oggetto contro il pallone, un avversario o un ufficiale di gara o tocca il pallone con un oggetto tenuto in mano
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