Il derby di ieri, come la partita contro la Juventus, ci porta a riflettere su due punti. il primo riguarda l'ennesima legge di questa stagione confermata in pieno: la Roma non batte mai squadre che la precedono in classifica.
Il secondo riguarda l'imbattibilità di Ranieri che, da tecnico intelligente e ultra-esperto ha compreso i veri limiti strutturali di questa formazione e si accontenta de l punto invece che rischiare la sconfitta.
Il tutto ci porta a considerare la politica economica di questa scadente società che anche nel mercato invernale ha puntato al risparmio. A me, sinceramente ,degli accordi fatti con il potere calcistico europeo importa molto poco: io leggo i risultati.
La Roma non vince anche perché segna poco: in campionato ha il nono attacco e la quinta difesa e infatti è attualmente al settimo posto in classifica generale. In classifica marcatori Dovbyk ha fatto solo 11 reti ,doppiato da Retegui con 22 ma il secondo marcatore della Roma è Dybala che ne ha segnati solo 6. Una squadra a dir poco stitica.
Ieri la partita è stata dominata da una squadra che aveva compiuto una trasferta durissima in Norvegia di giovedì e che ha dimostrato una maggior brillantezza e una forza fisica superiore. Ranieri l'ha risolta, cioè ha ottenuto il punto che voleva, come fa spesso: inserendo una punta vicino al lentissimo centravanti ucraino. Ma entrambe le punte non avrebbero potuto fare nulla se non fosse stato Soulè a inventarsi una prodezza balistica che peraltro la Roma utilizza molto poco, ovvero il tiro da lontano.
Soulè, un volta costruitosi un fisico migliore, senza dubbio potrebbe diventare un giocatore fondamentale per questa squadra come oggi è già Svilar, l'unico che ci ha tenuti in partita con le sue parate straordinarie.
In definitiva, questa formazione avrebbe bisogno dell'innesto di cinque titolari di livello e ne aveva bisogno anche in estate e nel successivo mercato invernale. Purtroppo il vero elemento mancante è una società che possa e voglia spendere e dato che il prossimo anno ci mancherà pure la saggezza personificata di Ranieri, è lecito il dubbio di capire in quali mani finiremo.
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