Il calcio è una passione, è un'industria, certamente esiste per l'interesse e l'amore di moltissima gente. non so se sia una delle faccende più importanti che esistano ma di sicuro fa comodo a quasi tutti che esista. eppure, talvolta, la prendiamo come una passioncella inutile o quasi.
Per esempio, qui a Roma si parla dei drammi della guerra, sacrosanto; si parla dei problemi del bilancio statale, giustissimo; si parla persino dell'espulsione di Pellegrini in maglia azzurra. E sti cazzi, dico io. I giocatori in maglia azzurra fanno un altro gioco e non quello che si fa qui a Roma, e quindi bene che vada ,non devono infortunarsi.
Il problema è quanto danno a questa, nostra, maglia che è storica ma passa indietro rispetto a tante, troppe, questioni. Non cambierebbe assolutamente niente se le nazionali diventassero rappresentative di B e C, e lasciassero in pace i già provati calciatori di Serie A che, tra l'altro, sono un patrimonio dei club. Non bastano i calendari assurdi di campionato e coppe nazionali e internazionali; anche le convocazioni nelle rappresentative maggiori sono un bel problema.
Comunque, la partita contro l'Inter sarà di fondamentale importanza, sia per la Roma che per il suo tecnico, assediato non dalla società ma dalla numerose vedove di De Rossi. Certo, i disoccupati fanno pena, un po' meno se percepiscono ancora tre milioni l'anno.
Sono forse un romanista troppo anziano, ormai, ma non posso che augurare a Ivan il Terribile di battere l'Inter sia per la Roma che per i suoi interessi che con la mia squadra collimano in pieno. O forse è perché, da anni, tifo la maglia e non proprietà o ex bandiere che siano.
Vorrei soltanto che ci si preparasse per gennaio al fine di portare qualche giocatore che serva ai ruoli più scoperti: laterali difensivi e offensivi, un regista. Questo vorrei vedere, e chissà che i Friedkin si mettano a ragionare più sulla Roma e un po' meno sull'Everton.
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