Mentre la maggior parte dei nostri calciatori è impegnata con varie nazionali per questa specie di amichevole di lusso tra rappresentative, la Roma deve pensare a come affrontare la corazzata Inter che si presenterà all'Olimpico alle ore 21 tra nove giorni. Il suo tecnico, Ivan Juric è sotto fuoco amico e fuoco nemico, come quelle postazioni militari che si trovano vicine al fronte ma che hanno l'artiglieria amica un po' troppo distratta alle spalle. In queste lande, si dimentica un po' troppo spesso quale sia il fine ultimo del calcio e soprattutto cosa si debba fare per far vincere la Roma.
Eppure, di dimostrazione ne abbiamo avute. Nel passato, lo scudetto è stato vinto da due tecnici provenienti dal Milan: prima fu Liedholm, poi Capello. Queste persone avevano un grande carisma calcistico e anche una grande energia morale. Tecnici molto differenti tra loro, riuscirono a far trionfare la Capitale di questo povero paese, oggi chiamato efficacemente Draghistan, e quindi assegnarle il rispetto e la gloria che merita mediante lo scudetto. Un altro grande tecnico, Mourinho, procurò il massimo risultato in 60 anni a livello europeo per la Capitale, vincendo un trofeo.
Perché non si dimentichi mai che Roma ha vinto troppo poco rispetto a Milano o a Torino e ormai anche nei confronti di Napoli. Questa distanza dovrebbe essere colmata eppure nessuno ci garantisce che lo sarà in tempi brevi. I signori Friedkin potrebbero anche farcela, ma forse, proprio l'acquisizione dell'Everton dimostra cosa pensino veramente dell'affare calcistico in Italia.
Per far vincere la Roma si deve investire nel suo materiale umano. Prima tecnici e dirigenti all'altezza, poi grandi calciatori. Alla nostra causa attualmente mancano i dirigenti all'altezza e molti calciatori. Ho già elencato, brevemente i nostri pochi punti di forza ma le nostre peggiori debolezze si riscontrano al centro della difesa, sui laterali, sia difensivi che offensivi, e sulla mancanza ormai cronica di un regista in mezzo al campo. I punti di forza sono importanti: abbiamo un buon portiere, Svilar e un buon centravanti, Dovbyk. Nel mezzo di questi estremi esiste una squadra in parte volenterosa ma tecnicamente e atleticamente debole.
Quando una formazione come la nostra affronta una squadra sulla carta molto più forte, e l'Inter lo è, si dovrebbe, a mio avviso, sopperire con la tattica giusta e moltiplicando le forze e questo impone di schierare i calciatori in forma e in grado di tenere botta fisicamente.
il nostro tecnico è molto esperto e sa il fatto il suo. Sa pure che mezza città vorrebbe il ritorno di De Rossi e quindi i risultati sono l'unico modo per scacciare le streghe e le vedove calcistiche. Se vuole restare sulla panchina giallorossa, Juric deve tentare di portare la Roma in Champions perché questa è l'unica medaglia che i suoi datori di lavoro vorrebbero appuntargli sul petto.
Ha scelto la strada del rispetto verso la sua base e vedremo questa strada cosa riuscirà a garantirgli. Nel frattempo, Juric sa bene che proprio quella base, che a parole era amica del vecchio tecnico, ha prodotto solo tre punti in tre partite. Quindi, proprio quella base che dovrebbe riuscire a portare la Roma in Champions, probabilmente non è in grado di produrre questo risultato che. nei disgraziati tempi moderni che viviamo, equivale a mezzo scudetto.
Il calcio moderno è proprio questo: si gioca sul campo ma il secondo gioco si fa sui bilanci. Inutile girarci intorno, il calcio è sempre più legato alla finanza proprio perché garantisce introiti da grande industria.
Juric deve trovare il bandolo della matassa, pur sapendo che molti dei suoi attuali calciatori andranno via nel giro di un anno. Questi atleti rendono troppo poco in rapporto agli onerosi ingaggi percepiti. Pertanto, quella di Juric è una guerra e lui dovrebbe intenderla così: artiglieria amica che rischia di vanificare il suo lavoro con una sequela di lamentele e rimpianti idioti. Poi la battaglia che la Roma deve fare, partita dopo partita, ed evitando figuracce come quella patita contro il modesto Elfsborg. Domenica, una di queste battaglie è costituita dalla squadra scudettata.
Per la Champions potrebbero bastare 68-69 punti dato che il nostro campionato è nettamente diviso tra 8 club in grado di qualificarsi per un torneo europeo e 12 che cercano solo di restare in Serie A. Quindi, la Roma domenica non può perdere contro l'Inter dato che non può farsi distanziare troppo dalla vetta e non può perdere terreno nei confronti di 4-5 squadre che potrebbero lottare per il quarto posto con lei.
Quella di Juric sarà una vera battaglia e sarà anche la guerra della Roma. Spero proprio che alle molte vedove di DDR questo entri nella testolina in fretta.
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