La Roma deve mettere punti in cascina: questo è l'unico obiettivo in una stagione già compromessa da inefficienze, mercato caotico e inconcludente, una formazione che ha più buchi del miglior groviera. Servirebbe un tecnico esperto che comprendesse i veri limiti di questa squadra che non riesce a correre per costituzione fisica.
Se Juric non è in grado di capirlo, deve andare via. Serve un modulo prudente e davanti inserire giocatori abili al lancio per le punte, per esempio, Dybala o Baldanzi con Dovbyk: creare spazi e mandare palla lunga. Questo è il risultato di un organico che ha giocatori lenti e che non riescono a primeggiare con gli avversari nè dal lato fisico nè dal lato tecnico. Questo modulo deve valorizzare l'unico asso che abbiamo : un buon centravanti. Juric deve comprendere che mandare la squadra in attacco e scoprire la difesa ci fa perdere le partite. Se non è in grado di farlo, vada via.
La proprietà, cioè il manico, è un altro, grande problema. Attenta a non interferire con il regime calcistico interno, sorride al regime calcistico europeo e subisce qualsiasi trattamento. Non conoscendo il nostro calcio, opera in maniera incomprensibile ed è ostaggio, forse, dei vari procuratori che ovviamente pensano ai loro affari. Non avere nella Roma un AD, non avere un direttore sportivo esperto e non avere un direttore tecnico prestigioso ci mette in difficoltà.
Forse, è troppo, per i signori Friedkin avere allo stesso tempo Everton e Roma. Ma non possiamo scontare noi le loro difficoltà che non sono economiche. Potevano risolvere con un presidente delegato o qualcosa del genere. Serve una dirigenza capace ed esperta, non capirlo è un altro, grave, handicap.
La Roma sembra una barca senza timoniere che vada alla deriva, questa è la nostra situazione in vista dell'arrivo del Torino all'Olimpico. Si parla dell'offerta di un gruppo alla proprietà che non sembra abbia voglia o progetto di cedere. Ma in questo modo non si può andare avanti.
Per dare calci a un pallone serve prima la testa, poi le gambe e infine la voglia che gli argentini chiamano garra. Noi abbiamo soltanto i tifosi e poco altro.
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