domenica 20 ottobre 2024

La Roma si inchina all'Inter: 0-1

 Juric prova a schierare una Roma offensiva contro la corazzata diretta da Inzaghi: Difesa a tre come da ruolino e in campo Konè, Pellegrini e Dybala a sostenere Dovbyk che dimostra di avere nelle gambe solo un tempo. 

E infatti è l'unico che prova a battagliare contro i suoi angeli custodi in nerazzurro e senza mai impensierire Sommer. L'Inter gioca persino a rilento, quasi con indifferenza contro una Roma che passeggia in campo, quasi svogliata o forse, ancor peggio, quasi impotente. 

I quinti della Roma si differenziano per corsa e impegno: Celik si danna l'anima per sorvegliare senza troppo successo la sua corsia mentre Zalewski non trova di meglio che cadere da solo e innestare nel modo peggiore il contropiede vincente interista che permette a Lautaro di segnare l'unica rete di un brutto incontro al 60^. 

La Roma balbetta una specie di reazione senza mai riuscire a tirare in porta e con una povertà tecnica e tattica da far cadere le braccia. Stasera, tra Inter e Roma c'è almeno un'intera categoria mancando ai giallorossi anche la più semplice cattiveria di base. Di orgoglio, manco a parlarne. 

Nessuno dei nostri prova neppure a fare fallo anzi i falli li abbiamo subiti noi. Juric è sembrato addirittura in depressione e noi, poveri e malcapitati tifosi, peggio di lui. Purtroppo, confermata la squallida cifra tecnica dei nostri finti atleti, che, tra l'altro, difettano quasi completamente di grinta e reattività. 

A parte Svilar, che ha salvato un paio di situazioni grame e per un solo tempo Dovbyk evidentemente a corto di energie, il resto è veramente da mettersi le mani tra i capelli. Dimentichiamoci qualsiasi illusione di qualificazione per l'Europa che conta: come previsto, rischiamo seriamente di finire nella parte destra della classifica.

 La Roma è già al decimo posto e rischia di restarci. A gennaio si faccia il possibile per portare gente tecnicamente all'altezza e non scartine come quelle arrivate in estate, per favore.  Parlo di Le Fee, Soulè e anche il modestissimo Konè, l'ombra del giocatore visto nella sua nazionale. O almeno vengano persone disposte a combattere, da atleti veri e preparati. almeno questo, please. 


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