La Roma si è appena tirata fuori dalle secche di una classifica impietosa, che torna di moda parlare del caos che si registra in casa romanista con la Signora Souloukou che si racconta fuggita dalla città per colpa di qualche teppista che l'avrebbe minacciata. Perché in tal caso ,di teppismo si parla e non certo di tifo. Il che ci riporta ai veri mali di questa città, oltre che ai problemi che nascono da una gestione americana.
Costoro sono forse convinti che una società di calcio sia una qualunque società commerciale. Non è così. Oltre a dover vendere il prodotto calcistico, ci si deve confrontare con il gradimento degli acquirenti chiamati tifosi. Da parte sua, il potere da sempre ama le manifestazioni sportive dato che agiscono da calmante rispetto i veri problemi della gente. Se poi la gente deve agitarsi anche per questioni calcistiche, la valvola scoppia. Cosa fare, dunque?
Innanzitutto c'è da dire che anche il calcio nazionale ha moltissimi problemi dovuti a una gestione quanto meno miope. I club potrebbero essere isole felici comunque a patto che si rispettino proprio i contraenti il contratto commerciale: i tifosi. A questi devi rendere merito con una squadra dignitosa (non è indispensabile vincere ma si deve poter almeno partecipare), comunicando adeguatamente, e fornendo le strutture adatte anche comunicative.
Per ottenere questi risultati si deve disporre di dirigenza adeguata e strutture di collegamento, tra i quali, oggi, procuratori e agenti. Detto questo, ora vediamo cosa manca alla Roma.
Dopo la ristrutturazione che mi risulta sia stata operata dalla Signora Souloukou, è mancato il filtro, ovvero chi spiegasse cosa ai tifosi con le parole che questi ultimi intendono. Alla Roma mancano dirigenti che sanno di calcio nostrano. Gente come Totti, Boniek, e simili. oltre un direttore sportivo e un tecnico, la Roma dovrebbe disporre di un general manager con grande e comprovata esperienza.
Costui deve accompagnare il tecnico anche nella gestione sportiva perché deve fargli da scudo se e quando serve. Per farla breve, il Ferguson inglese da noi si sdoppia in due figure distinte.
Inoltre ,la gestione tecnica deve essere rapportata alla dimensione della piazza. Quel che va benissimo a Udine o Salerno ,non va bene per Milano, Roma o Napoli. E si parla anche di rispetto dovuto a tali piazze. Quindi serve anche un comunicatore con il palazzo del calcio.
I signori Friedkin, che sono degni di stima, devono comprendere queste, semplici, regole per avere successo pieno e cominciare a portare le vittorie che alla Roma mancano da troppo tempo. Personalmente, da vecchio tifoso, gli sono grato per avermi fatto rivedere una coppa europea dopo ben 60 anni. Ma in quel caso, la stessa gestione romanista non ha saputo rendere onore a un grande tecnico, il quale andava supportato e aiutato nei rapporti con un palazzo calcistico invadente e scriteriato.
Mourinho prima e DDR poi andavano aiutati nei modi che ho appena suggerito in questo post e non abbandonati a sè stessi. Per noi che abbiamo masticato calcio insieme al latte di mamma, queste regole sono semplici da capire ma per chi viene da lontano, probabilmente, no. Ora, identico supporto va offerto al buon Juric, uomo ruvido e pratico di calcio.
Ho detto quel che potevo raccontare in un post su internet, il resto è compito della polizia se esiste qualcun oche usa o vorrebbe usare violenza come un semplice teppista e mi riferisco alle minacce alla Signora Souloukou.
In fin dei conti, poi, se ci forniscono un prodotto scadente, si risponde più efficacemente, non acquistandolo. Troppi sold out possono anche illudere che tutto vada bene e invece non è così. Roma deve tornare a vincere perché le dimensioni del suo tifo lo impongono.
Tutto questo, poi, deve bastare a far godere di un degno spettacolo che, tra l'altro, ieri abbiamo cominciato a vedere.
Il calcio, amministrato in tal modo, è più facile da gestire a attuare.
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