Non bastava l'afa di questo ferragosto incendiario. Ho ascoltato con timore la conferenza stampa pre-partita di DDR e le dichiarazioni sul caso Dybala. Vorrei ribadire che nessuno ha il diritto di insultare o minacciare altre persone per come la pensano. A parte il fatto che DDR merita la nostra stima e gratitudine per come ha onorato la maglia come calciatore, DDR ha sempre e comunque il diritto di divulgare il suo pensiero e senza censure. Ora le considerazioni di merito.
Il calcio italiano, gestito male e senza saggezza, è ormai in fase di contrazione. Basta vedere il mercato della Serie A. Tutti sono ormai molto attenti ai bilanci, inutile negarlo. I tifosi di Napoli, Lazio, Inter, Juve e Milan hanno vissuto un'estate addirittura meno ottimista della nostra.
La Roma ha condotto un mercato intelligente e comunque spendendo quasi novanta milioni. Questo fatto va rimarcato. Detto questo, la tentazione di ridurre il monte ingaggi in un momento difficile è comprensibile. Resta il problema del pensante deficit tecnico che si otterrebbe con la partenza del forte giocatore argentino verso le sirene arabe. Un calciatore che ha un contratto con la Roma in essere. In questi casi, la società ha due alternative. Restare sul fatto e quindi perdere il calciatore a zero una volta scaduto il contratto oppure proporre un rinnovo, peraltro costoso. Folle pensare che la Roma potrebbe pareggiare l'offerta araba.
Se viene ceduto, potremmo solo chiedere ai signori Friedkin di cercare di rimediare alla perdita tecnica, peraltro enorme, che si verificherebbe con la partenza dell'argentino. Meglio investire su un centrocampista o su un altro trequartista?
Conveniente insistere sul contratto in essere e quindi fregandosene di perdere, tra un anno il calciatore a zero? Questo dilemma può risolverlo soltanto la proprietà secondo i suoi problemi economici. Il tecnico, lo sappiamo bene, è un dipendente, non decide nulla. Ricordiamoci però che si tratta di uno di noi.
Intanto c'è da battere il Cagliari a casa sua, con o senza Dybala in campo. Tutti danno l'argentino in panchina. Al suo posto, nel 4-3-3- o nel 4-3-2-1, dovrebbe giocare El Shaarawy.
In casa Cagliari, Nicola non potrà contare su Zortea e Viola. Non si tratta di una partita facile e partire bene potrebbe comunque significare un buon viatico per la Roma.
Ieri, le difficoltà di Inter e Milan, la prima in trasferta a Genoa e la seconda in casa con un reattivo Torino, hanno dimostrato che quest'anno il campionato non parte con un favorito di ruolo. La Roma ha il dovere di provare a inserirsi tra le prime e quindi chi ben inizia è a metà dell'opera.
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