Sosta, benedetta sosta. La squadra volerà in Giappone ma la sosta servirà a riordinare le confusionarie idee del tecnico e molto probabilmente convincere la presidenza che serve qualche rinforzo oltre Solbakken. 52 giorni di pausa del campionato e quindi ampio periodo per pensare.
Bene, ma cosa serve alla Roma?
Un regista. Un uomo capace di pensare e distribuire palle per il campo.
La Roma, dopo Pizarro, lo cerca da anni.
Un centravanti che segni almeno una rete ogni due partite. Abbiamo tre centravanti che non ne fanno uno, tra Abraham, Belotti e Shomurodov. La Roma, senza Dybala, il migliore in assoluto, non segna. Senza Pellegrini, nemmeno ci prova.
Solo colpa dell'organico? No. E cosa farebbe Mourinho se i Friedkin non ci avessero regalato l'argentino? Si smetteva di giocare al calcio? La Roma non solo non segna ma nemmeno tira in porta, è vero o no?
Il tecnico portoghese non può non mettersi in discussione, lui per primo. Ora inizia a prendersela anche con i singoli calciatori, gioco molto pericoloso. Non ha più a che fare con Felix, ma con titolari viziati e pagati fior di milioni.
La Roma deve trovare un gioco riconoscibile e che produca il frutto del calcio: il tiro in porta, poi il resto. Oggi, tutto questo non esiste. Spetta a Mourinho trovare il bandolo della matassa e lo deve fare in fretta.
Se continuerà a non disporre di un regista anche dopo il mercato di gennaio, deve far circolare palla dai mediani verso la trequarti, dove Pellegrini e Dybala possono fare la differenza e spostare la regia in avanti. In attacco serve un fulmine di guerra non un immobile Abraham e tanto meno un confusionario Belotti.
Se non arriva il regista, Solbakken potrebbe risolvere i problemi offensivi della Roma? In 60 partite, con il Bodo, ha segnato 13 reti. Pochino.
Ormai, le pezze calde non bastano più. Mourinho dovrà capirlo, prima o poi.
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