sabato 2 aprile 2022

Le ricorrenti crisi del calcio italiano

 In questo sabato di aprile (dov'è la primavera?) non mi resta che fare qualche considerazione sugli ultimi avvenimenti del calcio collettivo in questo, povero, ex Belpaese. Talvolta, il calcio è stato la valvola di sfogo, e di consolazione, per molti Italiani. 

Di questi tempi, no. Ai rigori del Draghistan si accoppia una Nazionale fallita. Eppure siamo reduci da un miracolo: la vittoria nel campionato europeo. Bene, la Macedonia del Nord è in Europa, se mi ricordo bene, eppure ci ha precluso dal partecipare a un Mondiale. 

Cosa manca al calcio in Italia? Si tratta veramente di un eccesso di atleti stranieri, come se gli altri paesi non fossero afflitti dal medesimo problema? O sono le strutture, poco accoglienti per le giovani leve? Oppure la colpa di questo declino è la mancanza di squadre giovanili, che oggi sono le seconde squadre, alla spagnola, esperimento che in Italia sta fallendo per i costi e che la sola Juventus persegue? 

LEGGERE OTTIMI ROMANZI E RACCONTI SPENDENDO SOLO 99 CENTESIMI???

NON SI TRATTA DI UNA FANTASIA MA DI UNA POSSIBILITA'

 CLICCATE SU QUESTO TESTO E POTRETE SCARICARE ROMANZI E RACCONTI ITALIANI AL PREZZO DI UN CAFFÈ AL BAR, SENZA ANDARE IN LIBRERIA SPENDENDO VENTI VOLTE TANTO. 

Quindi, cosa ci manca in definitiva? La ragionevolezza, se non la fantasia. La seconda ci ha spesso salvato ma stavolta, nella dirigenza del calcio italiano, manca, eccome, anche questa.

Torniamo ai primordi. Cos'è, in principio, il Calcio? Uno sport dove devono correre i giocatori ma soprattutto la palla. Quando corrono i giocatori serve condizione atletica e fiato. Per far correre la palla e fare gol, serve tecnica di base, ovvero come toccare il pallone. Senza queste due caratteristiche fondamentali, a calcio si gioca male oppure non si gioca proprio.

Sul discorso tecnico, la crisi è profonda. Si impara la tecnica di base nelle scuole calcio, ma più spesso la tattica, ovvero i moduli e come attuali. La vera tecnica s'impara da ragazzini, palleggiando contro il muro o con gli amici, per passione e più che altro la tecnica di base è spontanea, legata al DNA umano. Dev'essere sviluppata adeguatamente. 

L'atletismo è il grande sconosciuto dei nostri giorni perché a fronte di un calcio che vorrebbe basarsi sempre di più su questo elemento, quindi avere in squadra gente che sa correre, soprattutto nei ruoli di movimento, e occasionalmente saper far correre il pallone, oggi vediamo una grande quantità di infortuni muscolari che sanciscono proprio la mancanza di atletismo, oltre a regole che dovrebbero far capire che il calcio è uno sport di contatto ma non di contatto violento.

I giocatori dovrebbero inoltre condurre una vita da atleta ma anche questa è veramente occasionale, se pure qualche volta esiste. Alle manicali abitudini di Ronaldo, un campione a tutto tondo, eiste una maggioranza di gente che fuma, fa troppo sesso, e magari ha pure qualche altra abitudine poco sana. Un tempo, esistevano i ritiri pre-partita e durante i tornei mondiali, le mogli dovevano starsene a casa, lontano dai luoghi dove si svolgevano le fasi finali dei tornei. C'è poco da fare: per chi deve correre, fumo, cibo sbagliato e sesso, sono veleni.

Bene, detto questo, se vedete la Nazionale italiana che ha disastrosamente ceduto il passo prima alla Svezia, poi alla Macedonia del Nord nelle ultime due edizioni degli spareggi mondiali (non dovevamo neppure arrivarci a questi benedetti spareggi...) sia la condizione atletica che la tecnica di base sono le grandi assenti. E si tratta di una selezione nazionale. 

Chi sono i giocatori tecnici, in Italia? Jorginho, forse Berardi e....? Chi potreste citare? Chiesa, quando c'è, unisce un certo atletismo alla tecnica pura, come pure Spinazzola. Senza le marcature feroci di Chiellini e Bonucci, non abbiamo neppure troppa solidità difensiva, eppure il tanto disprezzato Mancini, una certa solidità l'aveva data: il gol della Macedonia del Nord arriva quando il romanista è uscito.

A noi è mancata la fantasia di Insigne e di Berardi oltre ai guizzi di Immobile. Abbiamo toppato proprio in quella che era la nostra qualità migliore: tecnica di base e fantasia, e questo ci ha impedito di superare il muro difensivo eretto dal tecnico avversario.

L'Italia non è più la squadra che sapeva interpretare le migliori doti del nostro Paese, questa è la verità finale. Si parlava, un tempo, di catenaccio e veloci contropiedi che oggi si chiamano ripartenze. Abbiamo vinto tre Mondiali in questo modo, non dimentichiamolo.

Atletismo e forza fisica nei difensori; sapienza tecnica nei centrocampisti e velocità negli attaccanti. Al di là di tante alchimie, il calcio resta uno sport molto semplice. Basta ragionare e avere un po' di memoria.

Se la Federazione non riesce a imporsi sui club più forti, ovvero sulla Lega di A, allora il selezionatore vada a pescare nei campionati inferiori. Deve fare una squadra con il meglio che trova, senza scuse o facili cedimenti alle squadre che vogliono valorizzare i propri uomini con le presenze in Nazionale magari in vista di lucrose cessioni sul mercato.

Per uscire dalla mediocrità in fretta, non serve altro ma per i signori che sono a capo del calcio nazionale, anche questa sembrerà un'impresa titanica. Il primo problema da risolvere, sono proprio loro.

 

Nessun commento:

Posta un commento