mercoledì 9 febbraio 2022

La Roma è soltanto una squadra in costruzione?

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Il primo anno di Mourinho, a Roma, sarà ricordato come l'anno della grande delusione. Il suo arrivo lo abbiamo salutato come la pietra miliare sulla quale si doveva ricostruire la Roma. Ora, la situazione è cambiata di molto. Meno punti rispetto lo scorso anno, un impegno nelle coppe quantomeno discutibile (pur giocando nell'ultima delle competizioni europee) e una desolante mediocrità in campionato, dove la squadra scompare quando gioca con le squadre più forti del torneo,  facendo una gran fatica contro le squadre più deboli. Addirittura, c'è chi fa paragoni con la pessima Roma vista nell'ultimo anno di Fonseca che è anche stato l'ultimo anno di Pallotta. E ci sta, perché la Roma sta peggiorando. Quali sono le cause?

LA DIRIGENZA. A mio modo di vedere, questo è il paragrafo più difficile perché si riassume in una persona sola: Tiago Pinto. Una figura che definire di secondo piano è forse eccessivo. Non si capisce a cosa debba servire, almeno nel ruolo apparente di direttore sportivo. Diciamo che parla al posto dei grandi silenzi dei Friedkin che incarnano a loro volta la persona di una proprietà che si vede ma non si esprime. Una scelta deliberata. Forse per non dire la verità. Infatti, per non mentire, se si vuole apparire, l'unico modo è tacere.  Se la Roma va male da ogni lato da cui si possa esaminare, probabilmente si deve alla mancanza cronica di dirigenti capaci.

IL SETTORE TECNICO - Mourinho doveva incarnare l'allenatore ideale. Venuto con un carico di fiducia perfetto, ha via via deluso anche lui le aspettative. La sua mostruosa personalità stona enormemente quando deve mettere mano alle riserve, tra l'altro di modesto valore, per sopperire ai molti buchi di una tela di prima squadra che fa veramente pensare. Sembra il fratello meno brillante di una famiglia di grandi tecnici. Nel vedere il gioco scadente della Roma non si riesce veramente a capire dove iniziano le mancanze della squadra e dove finiscono le carenze di un gioco fin troppo elementare che mostra. A qualcuno sta venendo il dubbio che i giocatori che vediamo potrebbero dare di più con un naltro tecnico. Egl istesos ha pacificamente dichiaratoche non vuole scendere al livello dei calciatori che allena ma piuttosto si aspetta che loroascendano ai suoi livelli di calcio. Chiaro ma anche molto comodo. Il problema l'ho già affrontato: se va male Mourinho, chi dovremmo prendere, l'angelo custode degli allenatori? Pensiamoci bene perché se va via lui, resta il problema di arrenderci definitivamente alla Rometta che è già tornata. 

LA SQUADRA. Povera, forse disunita, certamente depressa. Chi arriva fa molto in fretta ad adeguarsi alla scarsità tecnica che trova. Persino Oliveira sono un paio di partite che ha perso lucidità e Maitland Niles probabilmente non doveva neppure venire e infatti in una partita importante come quella di ieri, Mourinho gli ha preferito Vina, che oltre che volenteroso non è davvero altro. 

Se l'Inter è fisicamente, tatticamente e tecnicamente migliore e non avrebbe alcun bisogno di favori arbitrali come quello sul secondo gol preso dalla Roma dove Oliveira viene buttato a terra da Vidal, qualcosa vorrà pur dire. Ed è il significato che abbiamo pensato vedendo gli incontri con il Milan piuttosto che con la Juventus dove persino sul 3-1 casalingo la squadra ha ceduto di schianto. 

Si tratta di una formazione mal costruita, mal gestita e probabilmente mal pensata. Le riserve, a parte qualche buona apparizione del giovanissimo Felix, non sembrano nemmeno in grado di portare un po' di freschezza riguardo titolari stanchi e forse depressi. In realtà, con tutti i titolari in campo e in buone condizioni, qualcosa di decente si vede ma sono sprazzi. L'Inter di ieri era una corazzata e noi un peschereccio, questa è la verità.

Detto questo, la Roma del primo, vero, anno dei Friedkin è questa. Una formazione scadente con qualche buon giocatore su cui costruire: Pellegrini, Zaniolo e Abraham, tutto qui. Continueremo a vedere orrori in campo, la previsione è fin troppo facile.

Con la politica del debito che stanno affrontando i Fredkin, difficilmente vedremo ricostruire la formazione con 5 -6 titolari più forti. Non sappiamo come rientrerà Spinazzola, quindi meglio non pensarci proprio.  II ridicolo mercato invernale fatto da Pinto dev'essere un faro per noi almeno per comprendere come si muoverà questa proprietà a giugno e dato che il suo comportamento dipenderà dal piazzamento finale, possiamo già immaginarcelo.

 Proprio la presenza di Mourinho ci può mettere in grande risalto quel che la proprietà americana ricava da questi indecenti spettacoli sportivi: e quindi il Re è nudo e soffre il freddo. Voglio dire che più che discreti giocatori non vedremo mai, se non arriveranno dal settore giovanile oppure da un servizio di scouting efficiente che per ora non si vede proprio. 

Questa è la situazione. Ve lo dicevo che la Rometta era tornata, non potete lamentarvi. I rimedi? Uno sceicco che voglia sperperare i ricavi dei suoi pozzi petroliferi oppure un Gerolin vecchio stampo che imposti un servizio di reperimento di giovani talenti sconosciuti dal valore indiscutibile. 

Mourinho non fa il mago del deserto, statene certi.  E anche lui costa molto e se conseguirà gli stessi risultati dell'allenatore precedente, ci saluterà con grande affetto. Lo stesso affetto ricevuto ieri dai tifosi interisti che, per loro fortuna, ricordano un triplete entusiasmante. Roba che noi non vediamo nemmeno nei libri di fantascienza sportiva. 

Stiamo attraversando un deserto arido ma con un orizzonte che non può essere peggiore di quanto abbiamo già visto. Dobbiamo avere la pazienza di Giobbe oppure cambiare sport. E sperare che questo tecnico resti al suo posto ma che possa imporsi almeno ogni tanto o saranno guai veri. 

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