venerdì 22 ottobre 2021

I 6 motivi dell'eterna crisi giallorossa

 Eterna o piuttosto incombente e relativa alle gestioni oltreoceaniche. Con Pallotta non abbiamo visto l'ombra di un trofeo, neppure di quei portaombrelli cari al Presidente Sensi, l'ultimo capace di farci sorridere. 

E, con quanto abbiamo visto ieri, la crisi della Roma non accenna a finire. Una crisi fatta da motivi economici, tattici e persino atletici.

 Ora ne espongo, sulle pagine di questo blog, sei per fare il paio con il disastro sportivo visto ieri sera e non in Champions, come avevamo dovuto vedere con Bayern e United, ma con il terribile Bodo Glimt, capolista del campionato norvegese...

1 - I Friedkin hanno fatto un mercato del tutto insufficiente. La Roma ha perso uno dei giocatori simboli del passato, tal Edin Djeko. Ha acquisito un portiere di buona levatura ma assolutamente normale, una specie di Mirante.  Ha preso un giovane centravanti di buone speranze e un altro più esperto oltre a un terzino appena decente. Stop. La squadra dell'anno scorso non ha più uno dei protagonisti della passata stagione dato che Mkhitaryan sembra il cugino sfigato. Gli altri erano e restano dei discreti giocatori e niente più, a parte Veretout, Zaniolo e Pellegrini, dotati di qualche abilità supplementare. Quando mancano questi tre, la Roma perde in atletismo, corsa, tecnica e ovviamente capacità realizzativa. Come dice il povero Mourinho (un povero ricco perché non bisogna essere Mourinho per venire a Roma e prenderne sei dalla capolista della Norvegia), non possono giocare sempre gli stessi. E questo testimonia che da oggi, e in realtà non solo da oggi, mezzo organico romanista sa di essere sul mercato.

2- Il tecnico. Esonerato dal Tottenham dopo evidentemente un campionato deludente, Mourinho ci ha promesso di dimenticare Fonseca, senza riuscirci finora.  Per due anni, noi abbiamo pensato che la colpa dei disastri visti in campo fosse dovuta all'organico depauperato dalle politiche pallottiane. Uno capace di vendere Alisson, Ruediger, Manquinho e Salah, qualche dubbio in merito te lo fa venire. Fonseca, da parte sua, ha fatto di tutto per non apportare correzioni a una situazione già carente.

Certamente, il buon portoghese attuale non è un tecnico che insegna calcio; è piuttosto un assemblatore di buoni calciatori. Lo sapevamo noi, oltre che lui stesso. Se accetta di venire a Roma ad allenare una squadra di media levatura, ovviamente non può pensare, con la crisi che c'è, di poter acquistare Neymar, Ronaldo e Messi. E, come dimostrano i fatti, non poter acquistare neppure Xhaca, praticamente svincolato. Ora,  le cose sono due; o i Friedkin hanno esaurito il budget disponibile o Mourinho non ha ben valutato dove andava ad accasarsi. 

La Roma ha bisogno di un tecnico che insegni a stare in campo a gente come Calafiori, Villar, Mayoral e altri dato che li ha in rosa. Un insegnante di calcio. La via opposta, quella praticata da Madama Juventus con Ronaldo che doveva essere la ciliegina sulla torta di una squadra imbattibile in Italia che voleva vincere la Champions, Mourinho non la vedrà mai. Ammesso che i Friedkin vogliano svenarsi per dargli i giocatori necessari, nel frattempo, cosa facciamo? A gennaio, come noto, non si fa altro che mettere riparo agli errori estivi, ma la Roma conta almeno sei ruoli da ripensare completamente. Non si capisce cosa e come voglia operare il tecnico a parte il fatto che lui stesso ci conferma che almeno metà dell'organico non lo vede proprio. E allora? Forse, pensare a Mourinho come general manager all'inglese, con una serie di tecnici che lavorino sul campo veramente potrebbe salvare capra e cavoli. L'unica soluzione praticabile.

3 - La rosa. Li vogliamo contare i giocatori di livello che ha la Roma, quelli appetibili sul mercato? Mancini, Veretout, Zaniolo e Pellegrini. Forse Abraham. Cinque su undici, come scrivevo prima. Karsdorp, Vina, Ibanez, Smalling, Diawara e tutti gli altri sono discreti calciatori e niente più. la Roma non ha in organico, attualmente, un giocatore che possa arrivare a un livello europeo e meno ancora mondiale. Non è un caso che l'unico romanista che abbia collaborato alla vittoria europea sia stato Spinazzola, attualmente infortunato. Gli altri, buoni, giocatori che abbiamo in rosa, non possono giocare sempre. Risultato? Una squadra mediocre che va a corrente alternata.

4 - Il gioco di squadra. Con Fonseca, la Roma cercava di tenere il possesso della palla e farla girare in attesa di trovare lo sbocco offensivo. Con Mourinho si prova a tantare veloci ripartenze. Il problema principale è che questo tipo di applicazione trova molto poco la profondità, ovvero la squadra tende ad attaccare in massa, lasciando uno-due giocatori sulla linea di difesa e quindi riducendo gli spazi disponibili dato che gli avversari chiudono i varchi più facilmente in tal modo.  Si è visto in maniera plastica contro la Juventus: abbiamo sbattuto contro il loro muro fino a romperci la testa.  Gioco come quello romanista si perfeziona con gli strappi potenti di Zaniolo, che, tra l'altro, sarebbe meglio impiegato in posizione centrale. Altre ali di ruolo, la Roma non ne ha dato che Mkhitaryan ha definitivamente perso il dinamismo necessario e anche El Shaarawy tutto sembra fuorché un giocatore veloce.

5- Le condizioni fisiche. Ancora troppi gli infortuni nella Roma. Smalling fa avanti e indietro giocando poco e male; Zaniolo sta più fuori che dentro e tutti gli altri non corrono a sufficienza, tranne Karsdorp, Veretout e Pellegrini. Ieri è stato patetico vedere con quale facilità i norvegesi superavano i nostri in ogni zona del campo. La Roma corre pochissimo, corre a corrente alternata e ha una resistenza di molto inferiore a molte squadre incontrate. Andata in crisi anche contro la Fiorentina, se ben ricordate la partita vinta all'Olimpico, ha dimostrato condizioni precarie un po' con tutti gli avversari di livello. Non avendo molti giocatori di classe cristallina, è ovvio che mancando le migliori condizioni fisiche si debba soffrire contro elementi molto veloci e resistenti come i Norvegesi ieri sera. Ovviamente, un allenatore attento e giocatori in campo esperti sanno leggere la partita, eviterebbero di andare allo sbaraglio ma serrerebbero le fila e cercherebbero di ridurre gli spazi, cosa che ieri non abbiamo visto. 

6 - Il modulo. Essendo il calcio un gioco collettivo, il modulo serve ad armonizzare le capacità di ognuno per esaltarle e non a togliere efficienza come invece accade quando un tecnico non capisce questo elemento fondamentale, volendo adattare i calciatori a un modulo piuttosto che cercare il modulo adatto ai calciatori a disposizione. 

La Roma è una squadra lenta, questo è innegabile. I giocatori più dinamici sono Karsdorp, Pellegrini, Veretout e Zaniolo. Se un tecnico dispone di una squadra lenta, ne soffrono le ripartenze. La difesa va protetta perché i centrocampisti rincorrono con difficoltà gli avversari che si presentano nella loro zona, quindi, se marchi a zona non ti rimane che ridurre gli spazi, ovvero quel che ieri sera la Roma non ha saputo fare. Riducendo gli spazi, cioè tenendo la squadra dietro la linea della palla, devi avere una punta veloce che possa scattare nelle praterie che ha davanti, come ieri facevano i Norvegesi. Praticamente Shomurodov più che Abraham. 

Ergo, la Roma non può permettersi il 4-2-3-1 che pretende giocatori veloci in ogni zona del campo. Molte meglio una specie di albero di Natale, ovvero un 4-3-2-1 oppure un rombo a centrocampo con le due punte in grado di occupare trequarti e area avversaria uno dietro l'altro o in linea. Se Mourinho continua a voler praticare un modulo per cui non ha gli uomini adatti o migliori in determinate zone del campo, il risultato dipende essenzialmente da quel che gli avversari comprendono della tua mancanza. Ieri, abbiamo visto la peggiore di queste eventualità. 

In conclusione, ormai il re è nudo. La Roma resta a galla, ovvero vicina al quarto posto e non credo che la situazione cambierà di molto da qui a dopo il mercato di riparazione. Chi pensava, me compreso, che la Roma potesse tornare in auge, cioè a primeggiare in Italia, sa già che, perso contro Lazio e Juventus,  non vincendo contro il Napoli, ce lo possiamo scordare. I

n Europa, va anche peggio e stiamo parlando di Conference non certo di Champions League. Siamo due-tre livelli sotto la Champions, penso che ormai possiamo essere sicuri di questo, deprimente, dato. La proprietà, cioè chi paga, dovrebbe capire le semplici, tranquille tesi esposte in questo piccolo post. Dubito che Pinto sia in grado di farlo e forse Mourinho non vuole farlo per motivi suoi.


 

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