lunedì 24 agosto 2020

La disfatta italiana nelle coppe cosa insegna?

Juventus, Inter, Napoli e Atalanta hanno, come troppo spesso accade, puntualmente ceduto il passo nelle coppe. Sinceramente, Bayern e Siviglia sembrano marziani al confronto con le nostre, migliori, formazioni di Serie A. Ma a nessuno sembra interessare, tutto ciò. 

Inevitabili, i terremoti di risulta. Senza volerci occupare di altri lidi, sembra che tutto debba cambiare affinché nulla cambi. E, in questo, la Roma è una sorta di laboratorio permanente. Friedkin è il nuovo proprietario, ma, per ora, nulla è mutato. De Sanctis è il nuovo DS, Fonseca è ancora il tecnico. La passata stagione non sembra aver insegnato nulla ai nuovi proprietari e si spera che il portoghese faccia bene al secondo tentativo ciò che non ha saputo fare al primo. 

Come minimo, si auspicherebbe che ne vengano accontentati i desiderata tecnici. Ma la roma deve soprattutto poter cedere e dato che quasi nessuno si è mosso, a parte Cetin, ecco che siamo fermi, paralizzati, immobili. Neanche ci possiamo lamentare troppo. l'acquisizione della AS Roma è costata un vero patrimonio a Friedkin, e comunque nulla è cambiato in quanto a valore della società che perdeva soldi a ogni bilancio e senza una brusca sterzata nella gestione, continuerebbe in perdita anche in futuro. 

Il terzo monte-ingaggi della Serie A produce solo una qualificazione ,stentata, alla Europa League? Possibile? Cosa non è funzionato? Come mai bastano Atalanta e Lazio per cancellare le ambizioni massime europee per la Roma? Un tempo, prima dell'era Pallotta, sembrava inarrivabile la Juventus... Ora ci fanno mangiare polvere formazioni non certo irresistibili, basta vedere come è stata trattata l'Atalanta da una formazione vera, come il PSG. Una miglior organizzazione di gioco è crollata  di fronte a Neymar e Mbappè, puntualmente castigati dalla corazzata Bayern in finale.

 Per maciullare l'inarrivabile (in Italia) Juventus è bastato l'ordinato e coriaceo Lione di Garcia. quando non sei in grado di battere i migliori della classe, li devi saper imitare e superare. Ma le nostre formazioni, roma su tutte, non imparano mai nulla.  La riprova è che il gioco dello Shakhtar marchiato Fonseca, qui non l'abbiamo mai visto. Sarà un caso? 

Forse si pensa che la squadra che vince tutto in Ucraina non potrebbe vincere in Italia e addirittura abbiamo letto che vorrebbero affiancare un tattico italiano al Portoghese. Un'idiozia dopo l'altra. Se ti prendi Fonseca, devi pretendere che possa svolgere qui un gioco del tutto simile a quello che faceva brillare il suo Shakthar, e non il contrario. Oppure ti prendi un tecnico italiano e stop. Che la Roma decida in fretta cosa vuole fare e lo faccia coerentemente e con un progetto che coinvolge l'intera società. se siamo ridotti così, la colpa principale è di una dirigenza del tutto impreparata che è andata vagando per territori sconosciuti con l'inesperienza di un principiante. 

Nel calcio, queste cose oltre a essere visibilissime, si pagano doppio: in Italia e in Europa. ergo, che ti chiami Pallotta o Friedkin, fai il mercato che devi fare in entrata, poi cedi con calma. se fai il contrario, ti prendono per il collo se sanno che devi cedere per forza e ti prendono per il collo quando sanno che devi comprare per forza, vedi l'affare Smalling. 
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