Sabato 19 aprile, ore 20,45, si gioca Roma - Verona. Per tenere accese le possibilità di potersi qualificare per l'Europa pallonara, la Roma deve vincere. rimane uno degli argomenti meno trattati dai tifosi, però. Tifosi che stanno velocemente virando dal depresso al depresso grave.
La Roma attende il nuovo tecnico, ma attende anche lo stadio. Lo attende dai tempi di Viola (quadrante Magliana), poi dai tempi di Sensi (terreni di Torrevecchia). Due gestioni americane non ci sono ancora arrivate e, se vogliamo, è arrivata tra i titoli solo una coppetta internazionale, la più piccola ma per noi la più preziosa perché non la vincevamo da 60 anni. Poco meno della mia età.
E il nuovo tecnico potrebbe essere il nuovo messia, ovvero il principe della panca che farebbe addirittura meglio di Sir Claudio, che quest'anno ha fatto miracoli tali da rimanere nella leggenda, come i gol di tale Volk nei derby. Un centravanti fiumano straordinario, che nacque nel 1906 per andarsene poi a Nemi, nel 1983.
Dopo le belle partite tra Fiumana e Fiorentina, divenne l'idolo dei tifosi di Testaccio facendo coppia con Fulvio Bernardini. Nel 1929 fu l'autore della rete decisiva nel primo derby di Roma e segnò una tripletta nel primo incontro di una formazione italiana contro una squadra francese. Grande, indimenticabile, Rodolfo Volk.
Eppure fu dimenticato perché morì da solo e ridotto in miseria per via delle vicissitudini patite. Una delle store peggiori del pallone dato che i grandi si rispettano anche quando invecchiano e si ammalano. Con la Roma giocò 160 partite segnando 105 reti. Sai, Rodolfo, non ti ricorda mai nessuno, ho voluto farlo io. Gente come te manca sempre e da tanto a questa maglia.
La verità, che non ci diciamo e non ci raccontiamo tutti, è che oltre i calciatori, ci mancano moltissimo i presidenti passati. E mancano, ci scommetterei ,anche a quelli che urlavano allo stadio "Viola Dino bagarino" o "Sensi vattene". Ma non c'è da vergognarsene, semmai da rammaricarsene.
La Roma ci stordisce con il suo fascino, talvolta noi perdiamo la testa. Nel circo calcistico che alcuni balordi hanno imposto a tutti noi, restano i sentimenti e i giusti riconoscimenti. Ogni maglia ha i suoi eroi. La nostra, un incredibile tasso percentuale forse legato al nome di Roma. So che tra i molti tifosi della mia età, anche alcuni giovani leggono questo, piccolo e quasi inutile, blog.
Vi parlo del passato per loro, affinchè i giovani non perdano la memoria. E sapete per quale motivo? Il futuro è intessuto di memoria o non ha senso nemmeno quel che deve venire. l'anomalia di questa squadra è che non è al suo posto. Due gestioni americane hanno dimostrato, nel complesso, di non sapercela riportare. E noi stiamo a guardare.
Cosa dovremmo fare? Forse mettere da parte qualche spicciolo per un'altra colletta stile Sistina? Forse dovremmo comprarcela noi e gestirla da soli, questa, benedetta, maglia per portarla dove merita di stare? I nostri avi edificarono l'impero mondiale più longevo ma noi non sappiamo portare in alto una società calcistica. Tempi che cambiano e pure parecchio.