Domenica, ore 20,45, la Roma gioca a Torino contro la lanciatissima Juventus, reduce dal trionfo di Verona.
Il 4-2-3-1 di Motta funziona, al contrario della sconclusionata formazione messa in campo da DDR: una squadra lunga, con i reparti lontanissimi, e la conseguente messa di pali, addirittura tre, che hanno condannato la Roma alla sconfitta casalinga contro il modesto Empoli.
Ma i pali fanno parte del gioco e se non la metti dentro, non contano nulla. La Roma, in due incontri, ha segnato solo con una riserva addirittura che si vorrebbe cedere: Shomurodov.
Dybala, Soulè e Dovbyk a digiuno. Questo sarebbe il calcio offensivo sognato dal tecnico attuale.
Come noto, nel calcio esistono due fasi: difensiva e offensiva. Alla Roma Svilar non basta. Il migliore del reparto difensivo ha davanti a sè una difesa lenta e sbilanciata.
De Rossi ha giocato in Italia e dovrebbe ricordare che qui non si vince senza una difesa di ferro. Puoi vincere anche 1-0, incredibile a dirsi. questi benedetti giochisti spesso pensano di dover portare molti giocatori oltre la palla con il conseguente sbilanciamento di qualunque formazione. Questo ha concesso all'Empoli lo spazio per far partire le sue frecce e puntualmente questo è accaduto.
Con l'arrembante Juventus si dovrebbe pensare ad attuare lo stesso marchingegno logico utilizzato dallo squalificato D'Aversa contro di noi. Quindi, in soldoni, fare le barricate e cercare di andare in contropiede.
Lo scriverò fino alla noia, questa è squadra da 4-4-1-1, con Dybala dietro Dovbyk e un centrocampo con giocatori che lanciano la palla ma non si catapultano in avanti anche perché giocatori come i nostri non sanno farlo, a parte Pellegrini che è un'ala naturale. Per esempio si dovrebbe ipotizzare una difesa a quattro con i migliori disponibili ora: Angelino a sinistra, Celik a destra e Mancini-N'Dicka centrali. Una difesa bloccata dato che è afflitta da lentezza cronica e aggravata.
Con l'attuale infortunio di Le Fee, i centrocampisti potrebbero essere, da sinistra a destra, El Shaarawy, Cristante o Paredes, Bove e Soulè o Baldanzi mentre la coppia offensiva si schiererebbe con Dybala sulla trequarti e Dovbyk unica punta sperando che il gigante ucraino si sblocchi.
Gioco da sviluppare ovviamente sulle corsie esterne e relativi cross che dovrebbero anche diventare la priorità del mercato.
Questo potrebbe rivelarsi uno dei modi per uscire almeno con un punto da Torino. Dovremmo svegliarci e capire che la Roma sta rischiando brutto e dimenticare illusioni da Champions.
Per come è combinata questa squadra, ovvero con le pesanti limitazioni in certi ruoli e la fragilità del centrocampo, si rischia di giocare nella parte destra della classifica. Da dimenticare l'illusione pericolosissima di essere una grande squadra.
Sono pochissimi i giocatori di grande importanza: Svilar, Mancini, Dybala e si spera d'includere nel gruppo anche Dovbyk ma finora non c'è stata conferma. Per il resto, la Roma è attualmente una squadra mediocre con giocatori adatti alle provinciali italiane.
Una delle poche regole non scritte del calcio che non si smentisce mai è che senza un centrocampo forte non si va da nessuna parte e quello della Roma è uno dei peggiori in assoluto in Serie A. Potendo cederli, si dovrebbe fare a meno sia di Paredes che di Pellegrini e Cristante.
Ormai sappiamo che la dirigenza romanista di calcio ci capisce poco o nulla e De Rossi è in confusione tattica. Queste aggravanti fanno in modo che soprattutto in trasferta si debba giocare con la massima prudenza senza avventurarsi con l'adozione di schemi che portino più di due-tre giocatori oltre la palla.
Tra l'altro, un risultato senza punti a Torino sancirebbe forse la fine anticipata della panchina romanista per Daniele De Rossi.
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