lunedì 15 gennaio 2024

La Roma in testa e nel cuore

 


Il calcio è passione ma la squadra che si ha dentro ,come una malattia è senza dubbio testa e cuore o almeno dovrebbe esserlo. Semplicemente, è un specie di mania, una cultura che segui, generalmente ,fin da bambino. Io ricordo quando, sulle spalle di mio padre ,accanito tifoso, entravo in Curva Sud alla fine del primo tempo delle partite casalinghe della Roma. 

Era la stagione 1966-1967, ed io avevo tre anni. Devo chiarire subito che mio padre era molto più romanista di me, era un vero tifoso. Seguiva la squadra praticamente in ogni trasferta e ovviamente non si perdeva un incontro in casa. Fu lui a contagiarmi in questo modo. Io sono un tifoso di tipo molto diverso, e per mia fortuna, meno sofferente di quanto lo fu lui che ricordo letteralmente avvelenato quando l'ex presidente Marchini cedette alla Juventus i promettenti ragazzi Spinosi, Capello e Landini. 

Il presidente Marchini era in grandi difficoltà economiche ma il mio tifosissimo papà vedeva solo giallorosso e allora, del calcio, si seguiva tutti la palla e non le balle di un'economia invadente. Eravamo tutti reduci dalla terribile morte di Giuliano Taccola, praticamente deceduto durante una delle trasferte della Roma, mi pare a Cagliari. Non si è mai capito per quale motivo Taccola perse la vita a soli 26 anni. 

Allora allenava la squadra Helenio Herrera, proveniente dai fasti nell'Inter, con un ingaggio incredibilmente alto. La Roma che ricordo meglio fu quella che Marchini cedette a Gaetano Anzalone, nel 1971, ed io avevo otto anni. Il grande tecnjco Helenio Herrera fu sostituito dal giovane tecnico Tessari, ex portiere. Cominciò il campionato 1970-71. Quella che avete visto in testa, fu la Roma che vinse la Coppa Italia con Marchini presidente, nel 1968-1969. Quella che vedete in fondo è la Roma che fu allenata da Herrera prima e Tessari poi, e il suoi piazzamento finale fu al sesto posto in Serie A. Marchini non amava Herrera e lo mandò via poco prima della fine del campionato. La Roma del 1971-72, ceduta al giovane costruttore Gaetano Anzalone terminò addirittura settima pur avendo richiamato Herrera.

Questi ricordi ,se avete meno di 50 anni non vi toccano affatto. Per me sono stati fondamentali perché in quel momento cominciavo veramente a capire cosa fosse tifare Roma. Potreste ricavarne che di momenti come quelli che viviamo oggi, se ne sono già verificati in passato e talvolta anche peggio. Quindi, vi dico di non tremare mai e di continuar a ragionare di calcio. L'epoca attuale, se possibile, è ancora più folle di quella di ieri e allora il cervello è merce ancor più rara ma ugualmente necessaria. Alla Roma manca questo, oggi, saper ragionare di calcio.



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