mercoledì 3 maggio 2023

Perché Mourinho non basta più

 


La Roma doveva tornare da Monza con tre punti. Oggi si trova fuori dall'Europa che conta, e che conta per mere ragioni economiche. Il calcio italiano, come accade da altre parti, vive sopra le proprie possibilità ma anche questa corsa cattiva diventa una specie di ostacolo per chi non vuole parteciparvi.

 Tutti sappiamo che i Friedkin hanno tenuto la barra dei conti dritta anche perché hanno dovuto siglare un patto con l'UEFA sul rientro dal deficit. In compenso, hanno spezzato il tabù che impediva alla Roma di vincere un trofeo europeo da ben 60 anni. Ci sono riusciti perché hanno ingaggiato un grande tecnico che però sa che forse dovrà, controvoglia, andarsene. 

Questo il senso delle dichiarazioni di Mourinho di ieri. Lotta dura contro il sistema-calcio ma critica forte ai suoi datori di lavoro, secondo lui troppo inerti, e volutamente, nei confronti dello stesso sistema-calcio. Mourinho è questo, prendere o lasciare. La sua personalità strabordante, che insieme alle vittorie conquista i calciatori, li magnetizza, espone però sè stesso alla reazione di chi comanda. Vale per i gestori nazionali della locomotiva-calcio e vale per i suoi datori di lavoro. 

La proprietà, secondo le dichiarazione che durante quest'anno abbiamo sentito, è colpevole intanto dei mancati incontri per rinnovare il contratto, del mancato potenziamento soprattutto nel mercato invernale, ma anche di essere troppo prona alle intemperie provenienti da un sistema che sa bene che tenere fuori Inter e Milan dalle coppe è una brutta cosa. I posti sono quattro ma la Roma ora è settima in classifica e da tre turni non riesce a vincere.

 L'impegno individuale, grazie a Mourinho, è l'unica certezza. L'atteggiamento arbitrale è l'unica costante. L'ho scritto molte volte, perché è completata dalla gestione del VAR.

 La Roma non è simpatica ma non è colpa di Mourinho. Senza di lui, accadrebbe lo stesso quel che vediamo ma non ci sarebbe la cassa di risonanza. E dato che a due anni dalla venuta dei Friedkin non esiste neppure l'idea di uno stadio, tirate voi le somme. 

Io parlo e scrivo chiaro perché non ho nulla da perdere. Con me, i ricatti tipici dei posti di lavoro legati alla comunicazione non valgono. Sono solo un tifoso. La realtà è lì e ci parla incessantemente. 

Molto probabilmente, la Roma potrà giocare in Europa il prossimo anno soltanto vincendo l'Europa League. E il prossimo anno, la solfa si ripeterà, perché gli equilibri interni al calcio italiano non cambieranno. Si deve tener conto di tutto questo. L'intelligenza è l'unica variabile non convertibile dal sistema perché dipende dai singoli individui. Ecco per quale motivo sarebbe opportuno tenere Mourinho anche se non basta più.

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