domenica 23 aprile 2023

Credere a un sistema

 


La classifica del campionato è stata stravolta ancora una volta, come sappiamo. Fu stravolta anche nel momento in cui la Juventus fu penalizzata di 15 punti. Certe operazioni apparentemente sono fatte per salvaguardare la regolarità del sistema, ma non sempre raggiungono lo scopo. Tra l'altro, la stessa Juventus ha regolarmente partecipato alle coppe. 

Si sa che l'UEFA ha aperto un'indagine e sinceramente non so se la stessa sia conclusa o meno. La sensazione è che l'UEFA stessa sia molto cauta su club come Mancheseter City, PSG, la stessa Juventus. Il caso Superlega è ancora nella memoria e non quanto resterà solo un ricordo o si materializzerà nel mondo calcistico. 

E se accadesse un fatto simile in Europa, ne seguirebbe uno identico in Sud America, forse subito dopo in Asia.  Un sistema, di qualunque tipo, resta in piedi fintanto che la gente ci crede. 

Per esempio, il movimento calcio nazionale resterà in piedi fintanto che le masse frequenteranno gli stadi e pagheranno abbonamenti televisivi. Qualcuno ha calcolato in 47 miliardi di dollari il fatturato globale del pallone. Solo il fisco italiano ha ricevuto tasse per un miliardo di euro dal calcio su proventi complessivi per tre miliardi e 700 milioni. Questi soldi scorrono come un fiume fintanto che la sorgente, cioè i tifosi, pagheranno volontariamente biglietti e abbonamenti. 

Le passioni creano reddito e indotto ulteriore, come giornali, radio, pubblicità, scommesse, lavoratori addetti ai servizi, sponsor, gadget. Una vera industria mondiale che tuttavia ha bisogno di continuità e credibilità. Se facesse la fine della politica, dove ormai vota una minoranza, sarebbe crisi nera e disoccupazione oltre che recessione. Pensiamoci in tempo. 

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