sabato 27 marzo 2021

La Roma riflette sul suo futuro

 Mentre le nazionali occupano giorni che interessano sempre a meno persone, dato che i tifosi seguono soprattutto la vita dei club, ecco che fioriscono le idee e le polemiche intorno al pianeta Roma. Come le dichiarazioni dell'ex proprietario, che non perde occasione per evitare di stare zitto, operazione che mi permetto di consigliare senza tema di smentita. 

E invece, lo sentiamo davvero troppo spesso per esempio mentre parla dei tifosi che non ha mai sopportato neppure da presidente a quanto ricordo. 

Chi non parla, e forse dovrebbe cominciare a farlo, è la nuova proprietà che preferisce far seguire alle intenzioni i fatti anche se tali fatti non mi entusiasmano. Per esempio, la figura prescelta di Pinto, una giovane general manager che forse non sa svolgere con grande dimestichezza questo ruolo, ed è già un problema. La Roma dovrà rifondarsi, nei giocatori ma anche nei quadri tecnici, giovanili e prima squadra.

Nno credo, ad oggi, che un'eventuale vittoria in Europa League o persino la qualificazione sul campo per la Champions, possa salvare la posizione di Fonseca. Troppo evidenti sono le sue mancanze così come il rapporto incrinato con parte della squadra, Djeko in testa.

Anche il bosniaco è sulla lista dei partenti (per la qaurta volta, se non ricordo male) insieme a tanti altri, prova evidente che il porblema della Roma non è solo tecnico. A iniziare dal portiere, per finire al centravanti ,alla Roma di adesos mancano due, tre ruoli in particolare. 

La Roma del futuro dovrebbe essere molto diversa da quella ammirata, e si fa per dire ,in questa deludentisisma stagione. Le debacle con il Napoli ,ad esempio, ci portan oin una dimensioen dove la certezza dell'inferiorità tecncia con i partenopei è particolarmente incombente.  altre volte ,come nel disastroso derby perso, la superiotà tattica di Inzaghi nei confronti del portoghese è stata quasi umiliante. Ricordiamo tutti i continui uno-contro un oche il povero Ibanez ha dovuto subire a causa di un modulo scervellato. 

La difesa romanista è uno dei rebus da sciogliere. Ufficialmente , tra Smalling, Ibanez, Mancini e Kumbulla hai il futuro assicurato, eppure la difesa romanista è un colabrodo. Ha logica, allora, pensare che le colpe di tanti gol presi siano da far risalire a un pessimo modulo, a una fase difensiva carente, quindi. Ma noi sappiamo che Smalling ha dimostrato un'involuzione anche rispetto alle prestazioni dello scorso anno, problemi fisici inclusi. Noi sappiamo che Ibanez è ancora acerbo, esattamente come Kumbulla. E il solo Mancini sembra offrire garanzie tecniche, atletiche e anagrafiche tali da farlo sembrare titolare indubitabilmente importante. 

Spinazzola è un altro giocatore che impressiona per la facilità alla proiezione offensiva ma non entusiasma certo per la buona marcatura sulla sua corsia, così pure Karsdorp. In questi casi, devi avere centrali inossidabili, abili tanto nella marcatura che nella posizione e magari nelle diagonali difensive.


 

A cominciare dai portieri, la Roma deve cambiare e molto. La Roma sta contattando l'Udinse per Musso, argentino che piace e che potrebbe venire anche tramite scambi di giocatori. Seguono i laterali destri e almeno uno dei centrali difensivi. 

A centrocampo manca un regista capace e il solo Veretout appare come indispensabile per le qualità di corsa e di controllo della palla. 

In avanti solo Mkhitaryan ha convinto, con El Shaarawy che resterà probabilmente solo in funzione di quel che ricordiamo quando era titolare nella Roma e prima di andarsene a far soldi in Cina. 

I giocatori da prendere, e poer i quali spendere, saranno scelti in base al tecnico che verrà. comincia a farsi evidente per tutti il ritardo di scegliere a seconda dei risultati conseguiti dall'attuale panchina romanista. Si rischia di doversi accontentare degli scarti altrui. E questo,lo dico nell'ipotesi che la Roma non abbia già dato il benservito al portoghese.

Sarri o Allegri o al limite Juric, potrebbero essere la scelta definitiva. Ovvio che cambia molto tra un esperto come Allegri, il più caro, un anziano di mille battaglie come Sarri o il giovane e rampante tecnico del Verona.

Il primo dei nodi da sciogliere per i Friedkin, che parlino o meno con la stampa e quindi i tifosi. 

 

Calcio. Ufficiale, la Roma è di Dan Friedkin

 

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