I Friedkin sono, e si dimostreranno, molto diversi da Pallotta. Sono qui, osservano, studiano e agiscono.
Dopo l'incredibile figuraccia contro lo Spezia, una doppia figuraccia, ecco i primi provvedimenti. Li aspettavo e puntualmente sono arrivati: un modo di fare il presidente vero e concreto che con Pallotta non abbiamo mai visto.
Tutto ciò include anche manovre scomode, come licenziare un team manager del tutto gradito alla squadra come Gombar, che, primo Pau Lopez, viene rimpianto già, con un toccante messaggio inviato sui social.
Insieme a lui, paga Zubiria, il Global Sport Officer (non chiedetemi quali fossero le sue competenze perché non lo so). Tradotto, i Friedkin dal loro arrivo, hanno assunto Pinto come General Manager e stanno, ora, liberandosi di alcune figure che, palesemente, hanno fallito. Almeno a parer loro dato che, lo abbiamo visto, la squadra non la pensa così.
Probabilmente, visti i risultati, i prossimi a pagare si troveranno proprio nell'attuale squadra della Roma, un team mal costruito, con alcuni doppioni e senza figure essenziali.
Del resto, proprio Pellegrini e Djeko, in momenti diversi del disastroso incontro con lo Spezia, in Coppa Ialia, hanno palesemente esternato le loro difficoltà.
Nella Roma funziona tutto poco o niente almeno a intervalli, come un vecchio motore sfiatato. Fonseca è rimasto al suo posto in virtù della classifica che vede la Roma al quarto posto. Il traguardo minimo della società per quest'anno.
Ragazzi, dobbiamo capirli: questi signori, proprietari di un impero, hanno tirato fuori 500 milioni per acquisire una società che rimane pesantemente indebitata. Devono rimetterla in carreggiata e uscire da una competizione in quel modo, disturba parecchio. Non solo perché la Coppa Italia era un traguardo raggiungibille ma perché con l'errore delle sei sostituzioni, la Roma avrebbe perso anche vincendo sul campo. Questione che appare di secondaria importanza perché siamo riusciti a perdere contro uno Spezia senza nove titolari, un piccolo record in negativo.
Fonseca rimane in bilico dato che sarà decisiva la terza partita del suo perosnale calvario. dopo aver perso con Lazio e spezia, ora ritrova, in campionato, proprio lo Spezia. La Roma ha davanti un calendario non impossibile: Spezia e Verona in casa, poi a Torino contro la Juventus, e ancora contro l'Udinese in casa, prima di affrontare il Braga in Coppa e volare a Benevento.
Credo tuttavia che la sola partita contro lo Spezia sarà decisiva per Fonseca: la mancata vittoria potrebbe convincere i padroni della Roma attuali a liberarsi di un contratto che scadrebbe comunque a giugno prossimo. Parecomunque che nel su ocontratto esista una clausola di automatico rinnovo (quindi per altre due stagioni) in caso di qualificazione per la Champions League che significa quarto posto in campionato.
Ecco per quale motivo Fonseca, al novanta per cento, sarà il tecnico romanista fino a giugno, senza alcun dubbio. A meno di disastri epocali come perdere di nuovo contro i volenterosi spezzini...
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