lunedì 23 settembre 2019

La vittoria di Bologna come ricostituente

Lo dicevamo che la Roma di Fonseca cominciava a girare. La voglia di vincere di Djeko ,quel moto perpetuo di alcuni elementi, come Veretout e Pellegrini, che hanno permesso di realizzare quel cross perfetto per la zuccata vincente del bosniaco, stanno cambiandola storia di questo campionato romanista.

Fonseca ha restituito certezze, a una rosa stressata da partenze eccellenti (l'ultima quella di Manolas per Napoli) e certamente anche il buon lavoro di Petrachi ha contribuito, portando nomi non altisonanti ma estremamente utili. Il Bologna è stato battuto da una Roma in dieci che, in trasferta, avrebbe potuto lecitamente pensare a mettere in cascina il classico, buon, punticino esterno. Ma la squadra di quest'anno non vuole certezze; preferisce le rivoluzioni cruente di un gioco non ancora brillantissimo ma audace. 

E stavolta, persino la criticatissima difesa giallorossa ha collezionato complimenti, tenendo anche conto che molti affanni le sono arrivati, più che dagli attaccanti felsinei, da quel Luca Pairetto davvero disastroso. Un arbitro che è riuscito, tra l'altro, a scontentare tutti, ma che ha regalato il rigore al Bologna, e la conseguente espulsione di Mancini, e rovesciato il senso di una ventina di falli. Il Bologna gioca bene, è vero, ma la Roma si è trovata spesso a dover controbattere le strane decisioni del fischietto torinese. Resta il buon raccolto di ben tre punti, una prova ancora non perfetta ma perfettibile e i consensi che generalmente arrivano a partire dal tecnico che comincia a diventare una certezza. Era da tempo che non si vedeva tutto questo. Lo testimonia anche l'esultanza finale sotto il settore dei sostenitori romanisti. 

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